Questa è la prima definizione che uno studente di ingegneria come me, se interrogato ad un esame del Politecnico di Torino, a primo impatto, sarebbe portato a dare. Questo perché il corso di studi intrapreso, per quanto intrigante, macchinoso e affascinante, ci abitua a ragionare molto servendoci della scienza, nostra alleata nel tentare di creare dei modelli che, in qualche modo, vadano a riprodurre la realtà.
Ma non sempre c'è bisogno di utilizzare numeri e formule per dare una definizione di qualcosa, talvolta bastano la creatività e l'immaginazione.
"La conoscenza è niente senza l'immaginazione"- Albert EinsteinPertanto ho deciso di dare una mia definizione del colore assegnatomi.
Il rosso aragosta è una sfumatura molto scura di arancio.
Sappiamo che il rosso, di per sè, è uno dei colori primari insieme al verde e al blu, e proprio dalla combinazione di questi tre "master" si ricavano con buona approssimazione tutti gli altri colori esistenti.
Analizzando il rosso aragosta, notiamo però che è completamente assente la tonalità blu, mentre è predominante la componente rossa (circa il 70%) ed è presente in buona parte la componente verde (circa il 30%).
E' un colore caldo, definito come "burnt orange", associato all'aragosta, proprio per il colore che il crostaceo assume una volta cotto.
Sitografia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Rosso
https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_dei_colori
http://www.colorhexa.com/cc5500
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